MotoGP. Brivio: "Viñales, che talento!"

MotoGP. Brivio: "Viñales, che talento!"
Giovanni Zamagni
Il team manager italiano, artefice del ritorno della Suzuki in MotoGP, è giustamente orgoglioso e soddisfatto. "Era una scommessa, a partire dal pilota, giovane e al debutto dopo solo un anno in Moto2. Ho visto nascere questo progetto: è una soddisfazione immensa”
4 settembre 2016

SILVERSTONE – Come è giusto che sia, dentro al box Suzuki sono tutti ebbri di felicità: il successo mancava dal GP di Francia 2007 (Chris Vermeulen), e arriva dopo solo un anno e mezzo (poco più) dal rientro. Una vittoria piena di significati quindi, come sottolinea con giusto e comprensibile orgoglio il team manager Davide Brivio, l’uomo che ha avuto il compito di riportare la Suzuki al motomondiale.

«E’ fantastico! Questo progetto è nato da zero solo un anno e mezzo fa. Ed è iniziato con tante scommesse: un pilota giovane, al debutto in MotoGP dopo un solo anno in Moto2; un capo tecnico (Manuel Cazeaux, NDA) che prima faceva il meccanico, tante novità...E’ stata una grande soddisfazione. Prima di venire a Silverstone, Il team manager: "Soddisfazione immensa" aveva dichiarato di poter vincere: a me sembrava un’esagerazione, invece aveva ragione lui. Ci ha regalato un grande trionfo, è stato eccezionale».


Nelle ultime gare Viñales era stato spesso efficace in prova, ma poco concreto in gara: temevi che non ce la facesse anche questa volta?

«Era sempre successo qualcosa di particolare, tre gare su quattro sono state disputate sull’acqua, e quella sull’asciutto su una pista (Austria, NDA) poco adatta alla Suzuki. La realtà è che Maverick ha un grandissimo talento e, purtroppo (perché nel 2017 sarà in Yamaha, NDA) può ancora migliorare».


La Suzuki avrebbe dovuto rientrare nel 2014, invece ha deciso di posticipare di un anno: è stata la scelta giusta?

«Abbiamo posticipato per l’elettronica, aspettando l’introduzione della centralina unica (nell’hardware). E’ stata la scelta giusta, siamo arrivati più preparati, abbiamo avuto più tempo per l’ingaggio dei piloti».


Hai vinto tanti GP in Yamaha, tra cui il primo di Valentino Rossi con la M1, nel 2004: questo successo, a che livello lo poni?

«Questo ha un sapore particolare: è un progetto che ho visto nascere, che ho seguito passo dopo passo. E’ bellissimo, professionalmente una delle massime soddisfazioni».