MotoGP. Biaggi: "Nel Mondiale nel 2018"

Giovanni Zamagni
L’anticipazione di Baldi adesso è ufficiale: nella prossima stagione, Max parteciperà al CIV, il Campionato Italiano Velocità, con una propria squadra, con due piloti e le migliori Mahindra Moto3. Come ovvio che sia per uno come lui, i programmi sono ambiziosi
12 novembre 2016

CHESTE – Carlo Baldi, su moto.it, era stato il primo a scriverlo: nel 2017, Max Biaggi debutterà nel CIV, il Campionato Italiano Velocità, con una sua squadra, con due piloti – Davide Baldini (14 anni) e Alessandro Del Bianco (18) – e moto Mahindra «ufficiali», ci tiene a precisare Max. Come sempre, Biaggi farà le cose in grande, con un obiettivo ambizioso: «Arrivare nel mondiale nel 2018».


Allora, Max, come è nata questa idea?

«La Mahindra cercava un ambasciatore, un rappresentante nel mondo e io avevo voglia di realizzare una cosa mia, personalizzata: così ci siamo messi insieme. La mia voglia è quella di far crescere quel poco di vivaio in Italia: secondo me siamo ancora un po’ indietro rispetto alla Spagna, anche se siamo messi meglio di qualche tempo fa. Io ho smesso di correre ufficialmente qualche anno fa (nel 2012, NDA), ma, in realtà, sono stato attivo fino al 2015. Adesso mi è venuta la voglia di mettere insieme le persone che hanno lavorato con me, tecnici di esperienza, per sbagliare il meno possibile: l’ambizione è arrivare nel motomondiale nel 2018, anche se, per riuscirci, ci vuole qualcuno che sa come si fa…».


Il riferimento è ai piloti: chi hai scelto? E perché?

«Davide Baldini, un ragazzino di 14 anni e nemmeno 50 kg: è salito per la prima volta su una Moto3 un mese fa. Ma la punta sarà Alessandro Del Bianco, 18 anni di Cattolica: ha vinto una gara sotto l’acqua nel CIV, ma io, in realtà, l’ho conosciuto nelle gare del Trofeo Super Moto, alle quali ha partecipato anche lui. Mi è piaciuto per quello che gli ho visto fare lì».


Trovi delle analogie con quando hai iniziato tu?

«Io ho iniziato dalla Sport Produtcion, qui siamo a un livello più alto, è tutto un altro mondo. Ma siamo veramente all’ABC: faccio un esempio, i miei piloti non si mettono neppure i tappi nelle orecchie quando corrono… E’ anche una bella responsabilità, visto l’età che hanno. Quando io ho iniziato non sapevo nulla, non avevo nemmeno un meccanico: eravamo solo io e mio papà (il mitico sor Pietro… NDA), non sapevamo nemmeno cambiare i rapporti del cambio».


Quale sarà il tuo ruolo ufficiale?

«Team Principal: i soldi li metto tutti io».


Con i tuoi piloti sarai esigente come lo eri con te stesso?

«Non lo so, sono ancora tante gli aspetti da capire: io sono sempre stato dall’altra parte della barricata. Sicuramente sarà una squadra di alto livello per il CIV, con un totale di cinque persone (Biaggi non svela i nomi, ma saranno tecnici affermati, qualcuno ha già vinto dei mondiali, NDA). Voglio mettere insieme una struttura vincente, non dovrà mancare niente. Essendo stato pilota, so benissimo quante variabili ci sono da prendere in considerazione, bisogna essere competitivi da subito».


Perché hai scelto la Mahindra?

«Nel loro reparto corse, a Besozzo (in provincia di Varese, NDA) lavorano persone che erano con me in Aprilia: è una sorta di “made in Italy” che mi ricorda i tempi della 250. Sono strutturati per progredire: hanno addirittura un banco prova che l’Aprilia ha acquistato solo quest’anno e la Ducati ha da appena qualche stagione».


Così, sarai nuovamente un avversario di Valentino Rossi e della sua VR46 Academy…

«Calma, forse un giorno ci arriveremo, ma ancora non siamo niente. E poi non voglio fare competizione all’Academy, la mia non è una scuola, ma un team con al massimo due piloti, con i quali ho già in mente di fare un allenamento specifico, magari in quota (il team verrà presentato ufficialmente in Val Gardena il 16 dicembre, in una struttura di lusso e innovativa che appoggerà la squadra, NDA): un lavoro che probabilmente non servirà subito, ma in futuro sì».


Nel 2017 ti vedremo anche qualche volta nel mondiale?

«Sì, il mio accordo prevedere 7-8 GP».


Bravo Max, complimenti.