MotoGP Aragon. Iannone: "Non ho forza, non corro"

MotoGP Aragon. Iannone: "Non ho forza, non corro"
Giovanni Zamagni
Il pilota della Ducati è costretto a rinunciare anche al GP di Aragon. “E’ stata una decisione molto difficile, ma anche la più sensata e lucida: inutile rischiare in questo momento. Salto una gara per essere al meglio nelle ultime quattro”. Al suo posto il collaudatore Michele Pirro
23 settembre 2016

ALCANIZ – Purtroppo è ufficiale: Andrea Iannone non correrà nemmeno ad Aragon e verrà sostituito, già dalle FP2, dal collaudatore Michele Pirro. E’ lo stesso Iannone ad annunciarlo.

«Non è stata una decisione facile, ma, purtroppo, salterò anche questo GP. Nelle FP1 le sensazioni erano molto positive, ero anche stato piuttosto veloce senza mai cambiare la gomma posteriore, eravamo anche riusciti a migliorare la moto per andare più forte: insomma, avremmo potuto essere competitivi. Ma bisogna guardare in faccia la realtà, essere lucidi nelle decisioni: non disputare questa gara è la soluzione migliore per affrontare al meglio i prossimi quattro GP».


Dopo le FP1, si pensava che saresti ricorso agli antidolorifici. Invece…

«…invece con gli antidolorifici perdi sensibilità e io so cosa significa pilotare un moto quando non sei al 100% della condizione: io voglio essere perfettamente cosciente quando vado a 340 km/h, non mi va di cadere ancora, di compromettere tutto nuovamente. La verità è che, dopo una trentina di minuti dalla fine del turno, il collo si è bloccato a destra. Voglio recuperare al 100%, sfruttare questa pausa per arrivare al finale di stagione al meglio delle condizioni».


Quanti giorni ci vorranno?

«A Misano si era parlato di 25 giorni, ne sono passati 15. Davvero è stato difficile prendere questa decisione: non è per il dolore, quello in qualche maniera si può combattere, è per la mancanza di forza. Nelle mie condizioni è troppo facile commettere in errore, sbagliare».


Pensi di tornare in forma per la trasferta asiatica?

«Sì, sono fiducioso. IO credo che qui, in qualche modo, avrei potuto fare la gara, ma dopo 10 giri sarei stato costretto a calare il mio ritmo. Ma io qui posso essere veloce, non sarebbe stato facile rallentare, avrei preso dei rischi che in questo momento non servono a nulla. Inoltre, correndo, da lunedì avrei pagato lo sforzo: è meglio una settimana di allenamento che una di riposo».