MotoGP 2017. Rossi: "Orgoglioso di quello che ho fatto"

MotoGP 2017. Rossi: "Orgoglioso di quello che ho fatto"
Giovanni Zamagni
Valentino giustamente soddisfatto del suo quinto posto: “Una settimana fa non sapevo nemmeno se avrei corso, oggi ho anche lottato nelle prime posizioni. Nel finale sono calato fisicamente e per il consumo della gomma: in questo momento, Honda e Ducati sono più competitivi di noi”
24 settembre 2017

ALCAÑIZ – A lungo secondo, per quasi metà gara, quinto al traguardo a 5”882 dal vincitore e ad appena sei decimi dal compagno di squadra: Valentino Rossi è giustamente orgoglioso di quanto fatto oggi a 24 giorni dall’infortunio e dall’operazione (è bene ricordarlo) alla gamba destra.

«Sono orgoglioso. Una settimana fa non sapevo nemmeno se avrei corso. Ho deciso di prendermi il rischio, perché non volevo perdere un altro GP e per tornare competitivo il prima possibile: è stata la scelta giusta. E’ stata una grande gara: ho fatto un’ottima partenza, sono stato vicino a Lorenzo, ma sapevo che avrei sofferto nella seconda parte. Il quinto posto mi soddisfa in pieno, credo sia un ottimo risultato nelle mie condizioni. Adesso, però, il lavoro non è finito: in queste due settimane bisogna lavorare al meglio per arrivare a Motegi in buone condizioni e pronti per le tre gare di fila. Prima di arrivare, realmente non sapevo cosa aspettarmi: c’era anche la possibilità che non sarei riuscito a guidare la moto. Invece mi sono trovato subito bene, facendo, fisicamente, un passo in avanti tra venerdì e sabato. Da ieri a oggi, però, ho avvertito un po’ di dolore, ma è normale. Dopo l’incidente ero naturalmente dispiaciuto per il fatto di perdere il GP di Misano e la possibilità di lottare per il titolo; adesso, dopo soli 24 giorni, sono tornato a una vita normale e di questo sono soddisfatto. Ho anche capito di avere un buon DNA».

 

Il calo finale è stato più fisico o tecnico?

«Entrambe le cose: con la Yamaha soffriamo più degli altri il consumo della gomma posteriore. Negli ultimi tre giri ero in difficoltà, ma sapevo di avere quattro piloti alle mie spalle: mollare in quel momento avrebbe significato perdere un sacco di posizioni».

 

Nelle ultime due gare, sul podio sono salite solamente Honda e Ducati: significa che la Yamaha è la terza forza in campo?

«La M1 è molto competitiva, come si è visto ieri in qualifica: Viñales in pole, io terzo, due Yamaha in prima fila. Rispetto a Honda e Ducati, però, soffriamo troppo nella seconda parte della gara: credo che loro siano più avanti soprattutto a livello elettronico. Noi siamo veloci all’inizio, ma purtroppo conta di più la loro superiorità a fine gara. Farei cambio volentieri».

 

Pedrosa era un po’ arrabbiato per quello che hai fatto, a suo dire, in rettilineo?

«Se è veramente così, allora dovrebbe correre da solo! In MotoGP, ma anche in tutte le altre categorie, è così, non puoi pensare di avere sempre la linea libera davanti a te».

 

Nel 2010, dopo l’operazione alla gamba destra arrivasti quarto, oggi quinto: quale è stata l’impresa più grande?

«Difficile da dire. Allora ero messo peggio fisicamente, non camminavo bene e avevo male alla spalla. In compenso, le moto ufficiali avevano più vantaggio. Qui stavo meglio, ma il livello è più bilanciato. Direi che è simile».

 

Márquez ha 16 punti di vantaggio su Dovizioso e 28 su Viñales: come la vedi per il titolo?

«Dai test di Brno di questa estate, Márquez e la Honda hanno fatto un bel passo in avanti. Márquez è veloce in tutte le condizioni e in ogni pista: direi che per gli avversari si fa dura, perché è quello che va più forte».

 

Questo GP ti ha fatto scoprire qualcosa di te che non conoscevi?

«No. Ha confermato la mia grande voglia di correre, e ho visto che il mio corpo reagisce bene agli infortuni».

 

Se tu fossi uno dei piloti dal sesto in giù, saresti ammirato o arrabbiato di aver preso paga da un pilota di 38 anni non a posto fisicamente?

«Mah, in realtà incidono tanti fattori: molti dei piloti che oggi mi sono arrivati dietro, in altri GP sono arrivati al traguardo prima di me quando io stavo bene fisicamente».

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