MotoGP 2017. Lorenzo: "Ho provato a vincere". Dall'Igna: "Scelte dolorose ma vanno fatte"

MotoGP 2017. Lorenzo: "Ho provato a vincere". Dall'Igna: "Scelte dolorose ma vanno fatte"
Giovanni Zamagni
Il direttore tecnico di Ducati Corse ammette la segnalazione a Jorge, che però afferma: “Non l’ho vista, ero troppo concentrato a guidare. Dovi ne aveva più di me, io ero troppo al limite: in ogni curva, c’era il 90% di possibilità di cadere”
29 ottobre 2017

SEPANG – Cosa è successo a Sepang? La Ducati ha fatto o no gioco di squadra? Le parole dell’ingegnere Gigi Dall’Igna, ai microfoni di Sky, sono inequivocabili. «E’ evidente che in certe situazioni bisogna pensare al team, a chi a casa lavora duramente per portare a casa questo mondiale: certe scelte sono dolorose, ma vanno prese». E ancora: «Se avesse vinto Lorenzo con Dovizioso significava che avevamo sbagliato qualcosa». Insomma, la segnalazione “mappa 8” fatta arrivare sul cruscotto di Lorenzo al 15esimo giro era un chiaro segnale (in codice) per dire a Jorge di far passare Dovizioso. In quel momento, lo spagnolo aveva 0”708 di vantaggio su Dovizioso, ma al 16esimo giro è finito lungo alla curva 15, non è caduto per “miracolo”, il Dovi è passato al comando e Lorenzo è rimasto secondo. Ecco il punto di vista di Jorge.

«Sono partito bene, ma Marquez, alla prima curva, è entrato in modo molto aggressivo e ho dovuto rialzare la moto per evitare il contatto. Ho riconquistato il secondo posto e anche se Zarco spingeva, non ero preoccupato più di tanto, perché sapevo che lui avrebbe dovuto calare un po’ per la scelta della gomma morbida posteriore. Sono andato al comando, ma al 15esimo giro quasi cado e Dovi mi ha passato. Ho cercato di stargli vicino, ma non si poteva rischiare più di tanto: una caduta avrebbe potuto coinvolgere anche lui».

 

Dall’Igna ha detto che ti ha mandato una segnalazione sul cruscotto.

«Ma io non l’ho vista! Ero troppo concentrato sulla guida, non volevo distrarmi come era accaduto a Misano quando poi ero caduto proprio per non essere rimasto concentrato. In ogni caso, sapevo che in una situazione del genere mi avrebbero detto qualcosa, ma io volevo vincere la gara. Con l’anteriore, però, ero troppo al limite: ogni curva c’era il 90% di possibilità di cadere, era troppo rischioso spingere più forte. Ripeto ho provato a vincere, ma lui ne aveva più di me: è chiaro che quando mi ha passato sono stato più attento, non si poteva finire a terra entrambi per un sorpasso non riuscito».

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