MotoGP 2017. Dovizioso: "Sono l'unica Ducati là davanti"

MotoGP 2017. Dovizioso: "Sono l'unica Ducati là davanti"
Giovanni Zamagni
Andrea rivendica giustamente i suoi meriti al termine di una gara da applausi. “Abbiamo azzardato la morbida posteriore: scelta giusta. Purtroppo non potevo giocarmela ad armi pari e Viñales ha capito i miei problemi”. Su Lorenzo: “GP particolare, Jorge arriverà: mai sottovalutarlo”
27 marzo 2017

LOSAIL – Nel 2015, in Qatar, Andrea Dovizioso era stato battuto dalla Yamaha di Valentino Rossi; nel 2016 da quella di Jorge Lorenzo; adesso è arrivato a Maverick Viñales a strappargli il possibile successo. Un incubo, questa M1 e i suoi piloti. «No, semplicemente la realtà del livello delle moto» sorride Andrea Dovizioso, protagonista di una gara davvero superlativa: nessuno può dire che Lorenzo, con la stessa moto, avrebbe vinto il GP per distacco, come si era sentito dire in passato e come, forse, credevano in Ducati. Andrea ripercorre il GP.


«Quando mi ha passato, ho fatto mezzo giro dietro a lui: ho pensato che fosse finita, perché c’erano dei punti in cui andava veramente troppo forte. Poi ha fatto qualche piccolo errorino e sono riuscito a ripassarlo. Ero molto forte nel T4 (l’ultimo settore della pista, NDA), ero molto veloce alla 11, il lungo curvone a sinistra: dovevo cercare di sfruttare questo vantaggio, perché perdevo tanto nel T2 e nel T3. L’unica strategia che potevo fare era attaccarmi a lui e passarlo sul traguardo: è quello che ho fatto tutti i giri. Solo che ero disperato, non riuscivo a “fermarlo”, non potevo giocarmela ad armi pari. Così mi sono “scoperto”: mi ha fatto un po’ di giri dietro, ha visto i miei punti negativi. Non a caso, mi ha passato nel punto giusto, è riuscito a prendere un po’ di vantaggio dove io non ero veloce, nel T4 non sono riuscito a riagganciarlo e così non l’ho potuto passare sul traguardo. La realtà è che prima della gara non avevamo il passo per stare con Viñales, nessuno ce l’aveva. Così abbiamo optato per la morbida posteriore, ipotizzando anche che il ritmo, per le condizioni dell’asfalto, non sarebbe stato elevatissimo, perché c’era tanta umidità. Nella mia testa, l’intenzione era di salvare la gomma per metà GP, invece è andata ancora meglio: quando è caduto Zarco (al settimo giro), ho fatto il ritmo io, conservando totalmente la posteriore. Era l’unico modo per arrivare a fine GP competitivo. Quando avevo 0”8-1” su Márquez ho pensato di potermela giocare fino alla fine, ma quando mi hanno segnalato Viñales a 0”5 sapevo che lui a fine gara ne avrebbe avuto di più: ci ho provato, ma non si poteva fare meglio».


Ti immaginavi un debutto così nel mondiale 2017?

«E’ stata una gara talmente strana che non bisogna prenderla troppo in considerazione: mi aspettavo di potermi giocare il podio, anche la vittoria, perché bisogna sempre pensare in grande. La realtà, però, è che Viñales ha dimostrato di avere un po’ di decimi di margine con tutti, sia nei test sia in questi turni. Obiettivamente, non avevamo tanta possibilità: se siamo arrivati a quattro decimi, significa che abbiamo lavorato ancora meglio del previsto».


Lorenzo, invece, è finito a 20 secondi, che significa un secondo al giro…

«Questo è stato un GP anomalo, voglio vederlo nelle prossime gare, potrebbe essere meglio o peggio, dipende. Questo GP è stato lento per le condizioni particolari della pista, era facile non avere feeling. Jorge ha tanto tempo davanti, il suo è un programma di due anni: sappiamo che Lorenzo è capace di ribaltare completamente la situazione molto velocemente da un giorno all’altro. Io comunque penso solo a me stesso, sfruttando al massimo tutto quello che ho».


Visto il risultato tuo e di Lorenzo, credi che adesso la Ducati creda di più in Dovizioso?

«Diciamo che già dopo i test invernali si sono rafforzate certe idee, che più passa il tempo, più si rafforzano: questo è solo positivo, come avevo detto anche prima che arrivasse Jorge».


Cosa ti aspetti dall’Argentina?

«Ho un po’ di dubbi in generale: abbiamo una buona velocità, possiamo andare forte. Ma ci mancano certi aspetti, come nel 2016: questo mi preoccupa un po’. Tanti punti interrogativi: sono l’unico pilota Ducati lì davanti: a conferma che ci sono tanti aspetti da migliorare»

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