MotoGP 2017. Dovizioso: "Nessuno è imbattibile, nemmeno Marquez"

MotoGP 2017. Dovizioso: "Nessuno è imbattibile, nemmeno Marquez"
Giovanni Zamagni
Andrea si gode il quinto trionfo stagionale. “Inaspettato, perché non ne avevo di più. Ma alla 11 ero fortissimo, l’ho attaccato e passato, ma sapevo che ci avrebbe riprovato. Adesso si va in Australia, potrebbe essere una gara decisiva"
15 ottobre 2017

Non si dica che è un’impresa eccezionale, perché per Andrea Dovizioso sta diventando la normalità: a Motegi è arrivata la quinta vittoria, ancora una volta in volata, ancora una volta battendo Marc Marquez all’ultimo giro, ancora una volta dopo un altro tentativo “folle” di Marquez all’ultima curva. Insomma, ormai è “normale” vedere il Dovi là davanti, ma è giusto dire che quello che sta facendo è fuori dal comune. E adesso Marquez è a 11 punti di distanza, quando in palio ce ne sono ancora 75.


«Per potersi giocare il campionato con Marquez devi essere veloce in tutte le piste e in ogni condizione, proprio come fa lui. Marc è uno molto forte, è difficile batterlo. Come avevo detto giovedì, sulla carta non siamo i favoriti: dobbiamo vivere momento per momento, ci sono tanti dettagli che possono condizionare il risultato. Ecco, bisogna lavorare su questo, senza preoccuparsi troppo di quello che dice la carta, se è un circuito favorevole o no, lavorando come abbiamo fatto qui. Siamo partiti subito forte, ma non eravamo i più veloci. Siamo rimasti tranquilli, abbiamo lavorato sui dettagli, anche stamattina nel warm up: questo ci ha permesso di arrivare più pronti in gara. Nella prima parte, non ero troppo efficace, ma sono riuscito a capire come migliorare in alcuni punti, con una moto molto a posto in frenata. E che lotta alla fine! Le condizioni erano veramente difficili: sia io sia Marquez slittavamo in quarta, quinta, sesta marcia: era troppo facile fare un errore. Ho provato a farmi tirare da lui, poi l’ho passato, ho provato a forzare ma non ne avevo per andare via».


Poi, l’ultimo giro.

«Lui ha fatto un errore, mi sono riavvicinato e mi sono preparato per passarlo alla curva 11».


Scusa Andrea, quello è un punto in discesa, che fa paura a vederlo anche in TV; tu eri tranquillo?

«Sì, lì avevo la situazione sotto controllo, perché la mia Ducati era molto stabile e lì si frena da dritto».


Te lo aspettavi che ci riprovasse all’ultima curva?

«Sì, anche perché lui, nell’ultima variante, era molto più veloce di me. Ho chiuso, ho fatto la mia traiettoria ed è andata bene».


Il finale è stato simile a quello dell’Austria, ma hai detto che questo successo è più significativo: perché?

«Perché qui non ne avevo di più e anche quando l’ho superato, lui ha volutamente calato il ritmo, perché ha visto che non potevo scappare. E alla fine, probabilmente, senza il suo errore non ce l’avrei fatta, anche se il vantaggio che avevo alla 11 era enorme, tanto è vero che l’ho passato facilmente. Bisognava vedere a che distanza sarei stato».


Quanto vale psicologicamente questa vittoria?

«Sul campionato credo pochissimo nella sua testa, però batterlo più di una volta nel suo punto forte a me fa bene. Siamo al limite, in questa situazione tutto fa la differenza».


Marquez sembra fare un altro mestiere rispetto agli altri piloti Honda.

«Giudicare una moto da fuori è sempre difficile: è vero quello che lui dice che nell’ultima parte di frenata e in inserimento noi siamo messi meglio. Forse questo rende la vita difficile agli altri piloti Honda: è indubbio quanto lui riesca a tirare fuori di più dalla moto, è pazzesco, ha imparato a fare qualcosa con la moto che gli altri non fanno.


Adesso l’Australia.

«Credo sarà fondamentale fare una gran gara lì: sappiamo benissimo quanto sarà difficile, perché nelle piste che girano a sinistra e con curvoni veloci lui è uno specialista e io no. Però non voglio nemmeno dare più importanza a un GP rispetto a un altro: con le Michelin bisogna vivere il momento. Non è come in passato, che puoi pianificare alla vigilia dove sei più o meno competitivo».


Al di là di come finirà il mondiale, tu sei quello che lo sta impegnando più di tutti: inaspettato?

«Totalmente inaspettato, più da parte degli altri che mia. In base ai risultati passati ci si era fatti una certa idea, ma alla fine si scopre che nello sport nessuno è imbattibile: dipende dai momenti, dalle condizioni, dai regolamenti».


Vinales, anche se non matematicamente, ormai è fuori dalla lotta per il titolo; cambia qualcosa?

«Un po’ sì, dà un po’ di respiro. Ma credo che Vinales a Phillip Island possa fare paura».