MotoGP 2016. Dovizioso: “Rivali più vicini di quanto sembra”

MotoGP 2016. Dovizioso: “Rivali più vicini di quanto sembra”
Giovanni Zamagni
La Ducati sembra avere un grande vantaggio, paragonabile, su questa pista, a quello della Mercedes in F.1. Ma all’interno del box, giustamente, si predica prudenza: “C’è l’incognita gomme, nessuno conosce il comportamento sulla distanza” ripetono ingegneri e piloti
12 agosto 2016

Zeltweg - Facendo un paragone con la F.1, si può dire che, su questa pista, la Ducati è come la Mercedes: semplicemente imbattibile! Quindi, ha già vinto? Calma, rimane un’incognita importante: il degrado delle gomme. In passato, si è visto come la Desmosedici consumi di più gli pneumatici rispetto a Honda e Yamaha ed è quindi giusta la prudenza nei commenti all’interno del box della Rossa, a cominciare dal direttore generale Gigi Dall’Igna, fino ai due piloti. In ogni caso, è chiaro che l’occasione è ghiotta, bisogna fare di tutto per non farsela scappare.

«Quando sai di essere così veloce – è il primo commento di Andrea Dovizioso, il più veloce in pista – puoi lavorare in maniera differente, concentrarti solo sui dettagli, ragionare in funzione della gara, senza preoccuparti troppo del tempo sul giro, perché sai di essere competitivo. Come avevo previsto, essendo cambiate le gomme rispetto ai test, abbiamo dovuto risistemare la Desmosedici, lavorando nella giusta direzione. E’ troppo presto, però, per dare un giudizio sui valori in campo: Iannone va sicuramente forte; Marquez ha fatto solo due turni con la MotoGP su questa pista e, quindi, ha un grande margine di crescita e domani farà un bel salto in avanti; Vinales e Rossi sono più vicini di quello che sembra. Il nostro limite è la durata della gomma posteriore, ma domani possiamo concentrarci principalmente su questo aspetto».

Al di là della prudenza nelle tue parole, puoi comunque essere soddisfatto delle tue prestazioni
«Certamente: abbiamo confermato la velocità messa in mostra nei test. Il dubbio, alla vigilia, era il comportamento delle gomme nuove, invece abbiamo mantenuto il vantaggio di luglio, nonostante ci sia meno grip. Domani, ripeto, possiamo concentrarci solo sul passo gara: è sicuramente un vantaggio».

Cosa ti preoccupa maggiormente?
«Non abbiamo mai corso su questa pista, non ci sono dati: nessuno può sapere il comportamento delle gomme sulla distanza».

Qui siete così competitivi solo grazie alla superiorità del motore, o c’è dell’altro?
«Sicuramente il nostro punto di forza è la velocità in rettilineo, ma anche l’accelerazione uscendo dalle curve lente e qui ce ne sono tre su 10. Questo è il nostro vantaggio e qui viene amplificato dal disegno della pista».

Con tante staccate in discesa e in salita, è facile commettere un errore?
«Sì, è facilissimo sbagliare ed è difficile fare il giro perfetto, perché devi frenare tardi, essere aggressivo, ma devi anche essere svelto a lasciare i freni per far scorrere la moto. Credo che rispetto ad altri circuiti, sarà difficile in QP fare il giro perfetto: è più facile perdere che guadagnare».

Ti abbiamo visto parlare con Stoner: è utile la sua presenza al box?
«Va in pista e guarda le linee mie e quelle degli altri piloti: sicuramente è un valore aggiunto, a questo livello anche il minimo dettaglio può fare la differenza».

 

 

 

IANNONE: “HO UN GRAN DOLORE ALLE COSTOLE”

Andrea Iannone ha chiuso al secondo posto a 0”238 dal compagno di squadra, ma non è certo la posizione a preoccuparlo.
«E’ stata una giornata molto dura. Durante la pausa estiva sono caduto mentre mi allenavo con la moto da cross: pensavo di non essermi fatto male, invece oggi, dopo due giri, ho sentito un gran dolore alle costole sinistre. Nelle FP2 ho potuto girare solo grazie all’aiuto del dottor Michele Zasa e alla Clinica mobile: ho fatto un’infiltrazione, ma dopo 5-6 giri ho sentito di nuovo male. Sono un po’ preoccupato per la gara».

Dolore a parte, le prove come sono andate?
«Sicuramente è stata una giornata positiva, sono soddisfatto del lavoro fatto: è il momento di riuscire a raccogliere quello che è nelle nostre possibilità, cosa che non è accaduto nella prima parte della stagione. Rispetto ai test, le gomme hanno meno grip, dobbiamo lavorare un po’ sulla messa a punto, ma sono molto più tranquillo rispetto alla vigilia».

I tempi dicono che avete un grande vantaggio.
«Bisogna vedere chi ha montato la gomma morbida a fine FP2: noi, essendo già a posto, lo abbiamo fatto e per questo abbiamo un bel margine. Ma sulla distanza i valori sono più equilibrati, con la nostra maggiore potenza mettiamo più in crisi la copertura posteriore».

Cosa è successo con Laverty, con il quale hai discusso a fine turno prima di provare la partenza?
«Durante il mio giro veloce l’ho superato alla curva 4, ma ero all’esterno: ero davanti a lui di mezza moto, ho frenato tardi, ma lui ha mollato i freni e quasi ci siamo centrati. Gli ho detto di fare più attenzione, ma lui si è arrabbiato. Bisogna essere lucidi: io non sono un maestro in questo, ma oggi lo sono stato…».

Niente da dire, questa volta Iannone ha parlato in modo corretto.