MotoGP 2016. Dovizioso: "Ducati ha scelto me perché sono più veloce"

MotoGP 2016. Dovizioso: "Ducati ha scelto me perché sono più veloce"
Giovanni Zamagni
Sereno, soddisfatto e molto motivato. Arrivare al Mugello con la certezza di continuare a correre con la Ducati anche nei prossimi due anni, dà al Dovi qualcosa in più
19 maggio 2016

SCARPERIA Sereno, soddisfatto e molto motivato. Per la verità, Andrea Dovizioso non ha mai perso in questo mesi il sorriso e la tranquillità, nonostante un periodo non proprio fortunato, ma arrivare al Mugello con la certezza di continuare a correre con la Ducati anche nei prossimi due anni, dà al Dovi qualcosa in più ed è proprio da questo che Andrea inizia.


«Sono ben contento di iniziare il fine settimana del Mugello con il rinnovo del contratto con la Ducati: rimanere era il mio obiettivo principale e non poteva esserci posto migliore per celebrare il rinnovo. Da qui in avanti possiamo concentrare tutte le energie sui risultati e sullo sviluppo della moto, anche in chiave 2017.


Andrea, ripercorriamo come si è arrivati al rinnovo del contratto.

«E’ successo tutto molto velocemente, nella settimana successiva al GP di Francia. Ho valutato quello che mi ha offerto Ducati: è vero che c’è stata una riduzione dell’ingaggio (si dice del 50%, NDA), ma ci sono altri bonus e vantaggi economici che prima non avevo e, soprattutto, ritengo che mi sia stato offerto un gran bel pacchetto. Per prendere questa decisione, non ero focalizzato sul discorso economico: credo che in questi 3 anni e mezzo sia stato fatto un grande lavoro: siamo competitivi, possiamo fare dei podi, ma ci manca ancora qualcosina. Ecco perché, interrompere adesso il lavoro sarebbe stato un vero peccato».


C’è però chi ritiene che Iannone sia più veloce di te…

«In certi frangenti, lui è stato più veloce di me: nella MotoGP, però, la velocità è certamente importante, ma non è tutto. Per ottenere certi risultati devi essere completo».


Ma è vero che è cambiato tutto dopo l’errore commesso da Iannone in Argentina, quando la stese all’ultima curva?

«E’ vero che io, fino all’Argentina, ero il secondo pilota in prospettiva futura, semplicemente perché non avevo finito bene il 2015, mentre Iannone era andato forte. Se però si vanno a vedere i numeri – e sono sicuro che Ducati l’abbia fatto, se si guardano i test invernali e si analizzato le gare si vede una realtà differente della mia velocità sia se confrontata con quella di fine 2015 sia con quella di Iannone: sicuramente questo ha influito».


Gli “antidoviziosiani” sostengono anche che sei stato scelto perché non dai fastidio a Lorenzo.

«Probabilmente conta il fatto che caratterialmente non sono uno che dà fastidio: non sono una prima donna, non mi interessa essere al centro dell’attenzione, non mi irrigidisco se tutto non ruota attorno a me».


Scusa Andrea, ma non parlo di non dare fastidio dentro al box, ma in pista…

«Non è certo questa la motivazione che ha spinto la Ducati a scegliere me e non Iannone: mi sembra che quest’anno lui non abbia certo dimostrato di essere più veloce di me».


Così, finalmente, potrai sfidare Lorenzo a parità di moto: quanto è di stimolo?

«E’ uno dei motivi che mi ha fatto prendere questa decisione: abbiamo iniziato insieme nell’europeo, abbiamo cambiato categoria negli stessi anni, ci siamo giocati i mondiali ai tempi della 250; poi, la sua strada ha preso una direzione migliore della mia, ma, finalmente, lo posso sfidare con la stessa moto. Per me è un grandissimo stimolo, mi piace moltissimo l’idea di sfidare un campione che ha vinto tanto, soprattutto in MotoGP».


Si dice che Lorenzo guadagnerà dieci volte più di te: anche questo rappresenta uno stimolo per batterlo?

«No, dai soldi non viene nessuno stimolo in più. Non vivo per questo: ho la fortuna di aver guadagnato bene nella mia carriera, quando vado a letto non penso certo alla differenza di ingaggio tra me e Lorenzo e sono ben fiero di questo. Io corro in MotoGP per i risultati, non sono focalizzato sull’aspetto economico: sono da quatto anni in Ducati, ho passato momenti difficili, era giusto continuare per provare a raccogliere quello che ci manca».


Cosa vi manca per essere vincenti?

«A differenza degli altri anni, è chiaro che abbiamo la velocità, ma dobbiamo essere rapidi con più facilità, specialmente in gara. Non è solo una questione di messa a punto, ci vuole dell’altro: negli ultimi due anni siamo migliorati tantissimo, siamo arrivati a un livello che nessuno avrebbe mai pensato di raggiungere tre anni fa: adesso, con il contratto fino al 2018 c’è il tempo per lavorare anche su questi aspetti».


Ti ha cercato la HRC per sostituire, eventualmente, Pedrosa: quanto ti rende orgoglioso?

«Moltissimo. Tutti conoscono la mia storia con la Honda, con la quale ottenni comunque il terzo posto in campionato, ma a fine anno vennero preferiti Stoner e Pedrosa. Adesso, essere stato considerato da HRC il pilota giusto per affiancare Marquez mi dà una grande soddisfazione sportiva, ma soprattutto personale: credo che sia stato apprezzato il lavoro fatto da me e da chi mi sta vicino in questi anni».


Un altro aspetto significativo: stai conquistando i “ducatisti”, pur non essendo uno di indole “ducatista”.

«Il tifoso Ducati è particolare, “potente”, conta molto: si sente quando guidi una Ducati. Anche questo è uno degli aspetti che mi ha fatto continuare con Ducati: lo sento, mi piace, ci credo».


Un’ultima cosa, Andrea: come la mettiamo adesso con gli ordini di squadra tra te e Iannone?

Dovizioso sorride: è questa la sua risposta.