Michelin: un test davvero necessario?

Michelin: un test davvero necessario?
Giovanni Zamagni
Quattro gomme anteriori e tre posteriori a disposizione dei piloti ufficiali, che hanno girato con tempi in linea con quelli ottenuti con le Bridgestone. Ovviamente non sono mancati i problemi e le cadute: e se si fossero fatti male? | <EM>G.Zamagni</EM>
26 febbraio 2015

Sepang – Premessa doverosa e personale, per giustificare il titolo: pur capendo le esigenze di Michelin in termini di sviluppo, la collocazione di questi test è da considerarsi perlomeno discutibile. Per almeno due motivi: primo, ancora non è iniziato il campionato 2015, e coinvolgere i piloti in un lavoro in ottica 2016 è quantomeno prematuro, quando ci sono i collaudatori che dovrebbero fare quel lavoro; secondo, il tempo sul giro non ha nessuna importanza - e quindi non si capisce perché rischiare le ossa dei piloti in questo momento - se non, ovviamente, per la Michelin, che deve capire se si sta lavorando nella giusta direzione. Da un punto di vista giornalistico inoltre il cronometro, in questo caso, non ha nessun valore perché sono troppe le variabili da tenere in considerazione: che gomma è stata usata per fare il tempo? Morbida, dura, da qualifica, o da cosa? Che cosa viene chiesto ai piloti: di provare la durata, la prestazione, dare giudizi sulla mescola, sulla carcassa e cosa ancora?

Insomma, impossibile fare valutazioni realistiche. Cronometro manuale alla mano – il cronometraggio ufficiale è stato “bandito” da Bridgestone, tanto timorosa da aver portato via ai team anche le gomme da trasporto – quello che è emerso dalla giornata di test a Sepang con i piloti ufficiali è che i tempi con le Michelin sono in linea con quelli fatti con le Bridgestone nei tre giorni precedenti. Ufficiosamente si parla di un 2’00”1 per Dovizioso, 2’00”5 per Marquez e 2’00”8 per Rossi.

Sotto l’aspetto della prestazione pura quindi la Casa francese pare già a essere a un buon livello, mentre più problemi – ovviamente – sembrano esserci sul feeling che trasmettono al pilota che, molto probabilmente, dovrà anche portare a cambiamenti nello stile di guida. Così oggi sono caduti – fortunatamente senza conseguenze – Jorge Lorenzo e Andrea Dovizioso alla curva 3, Aleix Espargaro e Jack Miller alla curva 5 (la stessa dove, nel precedente test, erano scivolati Randy De Puniet, Hiroshy Aoyama e Colin Edwards), come se ci fosse un problema con la tenuta dell’anteriore.

E se si fossero fatti male?

I piloti avevano da provare quattro gomme anteriori e tre posteriori differenti, con le quali avrebbero dovuto fare almeno sei giri per ciascuna configurazione. Marc Marquez e Valentino Rossi sono quelli che hanno testato più a lungo: lo spagnolo ha fatto una simulazione gara sul passo del 2’01”5, l’italiano ha fatto nove giri consecutivi più o meno sugli stessi tempi. Altri non hanno girato, come Andrea Iannone per un problema tecnico alla GP15, tenuta prudentemente al box, o come Maverick Vinales, che essendo un debuttante ha ritenuto inutile il suo contributo.

Altri ancora, per l’appunto Lorenzo, Dovizioso, Espargaro e Miller – hanno interrotto i test in anticipo per una caduta. E se si fossero fatti male a un mese dall’inizio del campionato? E se la GP15, unico esemplare al momento esistente, si fosse completamente distrutta? Ecco, secondo me questo test “non s’era da fare”, doveva essere fatto nuovamente con i collaudatori, non con i piloti ufficiali, stremati dopo tre giorni di test intensi in condizioni climatiche asfissianti e probanti.

Michelin ha bisogno di raccogliere i dati, ma i piloti hanno la necessità di arrivare alla prima gara in Qatar al meglio della condizione

D’accordo, Michelin ha bisogno di raccogliere i dati, ma i piloti hanno la necessità – verrebbe da dire l’obbligo – di arrivare alla prima gara in Qatar al meglio della condizione. Sentiamo già l’obiezione: ci si può fare male anche provando le Bridgestone. Ma un conto è cadere mentre si sta cercando la migliore messa a punto per la stagione in corso, un altro è farsi male per portare avanti lo sviluppo per il costruttore di gomme. Poco opportuno, a nostro di vedere.