Lorenzo: "Mi sento come a 20 anni"

Lorenzo: "Mi sento come a 20 anni"
Giovanni Zamagni
Dopo un 2014 complicato, il campione spagnolo si sente pronto per tornare a lottare per il titolo: “Mi sono allenato bene, le sensazioni sono positive. Voglio tornare quello degli anni precedenti, lottare sempre per il podio”. E, naturalmente, per il titolo | G. Zamagni, Madrid
28 gennaio 2015

MADRID – In attesa del cronometro, si possono fare solo valutazioni generiche, ma la sensazione è che Jorge Lorenzo sia decisamente più preparato e motivato del 2014, la sua peggior stagione in MotoGP. E tutti temono Jorge, perché, come dice Rossi: «Quando Lorenzo è in forma è difficilissimo da battere», come ha dimostrato anche la fine dell’anno scorso, quando il campione spagnolo ha raccolto vittorie e podi a ripetizione.


«Mi sono allenato moltissimo durante l’inverno: nel 2014 avevo sofferto troppo, avevo sbagliato qualcosa nella preparazione. Ho cercato di fare tesoro di quegli sbagli e mi sono preparato decisamente meglio, allenandomi anche in montagna: mi sento molto bene, come quando, a 20 anni, nel 2008, ho iniziato a correre in MotoGP».

 

Si può dire allora che ti sei preparato meglio di sempre?

«E’ difficile da dire, non si possono fare certi paragoni, ma la sensazione è sicuramente molto buona, abbiamo pianificato bene ogni dettaglio».

 

Per il 2015 cerco quella regolarità che aveva contraddistinto gli anni precedenti: l’obiettivo è puntare al podio in ogni GP e al titolo

Quali sono le aspettative per il 2015?

«Nonostante il 2014 sia stato un anno complicato, ho finito bene la stagione e dal Sachsenring a Valencia ho raccolto più punti di ogni altro pilota. Nonostante questo, sono arrivato “solo” terzo in campionato: Marquez è stato eccezionale, ma anche Rossi è andato fortissimo. Diciamo che per il 2015 cerco quella regolarità che aveva contraddistinto gli anni precedenti: l’obiettivo è puntare al podio in ogni GP e al titolo».

 

Quindi, ti senti pronto per il mondiale?

«Non si può prevedere il futuro, specie nel motociclismo dove contano un sacco di fattori. Per quanto mi riguarda, sono certo di stare facendo il massimo per centrare l’obiettivo, mi sento meglio rispetto all’anno scorso. A Sepang capiremo qualcosa di più sulla competitività delle moto: la M1 dovrebbe essere migliorata nella trazione e nella gestione della potenza, per renderla più fluida»

 

Come ti sei allenato per battere Marquez?

«Nel 2014 Marc è andato fortissimo a inizio stagione, sfruttando al meglio anche le difficoltà altrui, come le mie o quelle della Yamaha. E’ stato bravissimo, ma un pilota non si allena solo in funzione di un unico rivale: non l’ho mai fatto prima, non lo faccio adesso che ho esperienza e risultati alle spalle. Penso solo a me stesso, cerco di migliorare costantemente la mia concentrazione e la preparazione fisica».
 


Come va la convivenza con Valentino, con il quale dividi il box per il sesto anno?

«Siamo una squadra molto forte. Quando io arrivai in Yamaha nel 2008, lui era il riferimento della Yamaha e del motociclismo in generale; ci sono stati degli attriti, ma poi, negli anni, la situazione è migliorata, siamo maturati entrambi e adesso ci rispettiamo molto. Ci sproniamo uno con l’altro, siamo un po’ come Prost e Senna, anche se spero che non vada a finire come nel 1988 a Suzuka (Prost buttò fuori pista Senna, NDA)…».

 

Hai modificato qualcosa nel tuo allenamento e pensi di cambiare un po’ il tuo stile di guida?

«Ho una tecnica consolidata da tanti anni, il mio stile di guida è un po’ particolare, ma non tanto differente dagli altri, anche se freno un po’ prima e ho più velocità in percorrenza di curva. Ma non credo che il mio stile sia un problema».