Honda HRC: da imbattibile a Cenerentola

Honda HRC: da imbattibile a Cenerentola
Giovanni Zamagni
Sembrava potesse dominare anche nel 2015, invece la Honda si ritrova a rincorrere non solo la Yamaha ma anche la Ducati. E lo fa con un pilota (Marquez) infortunato e un altro (Aoyama) non all’altezza della situazione, senza nessuna certezza sul ritorno di Pedrosa. Una situazione complicata
1 maggio 2015

JEREZ – Marc Marquez ottavo a 0”740 da Jorge Lorenzo, Hiroshi Aoyama ventesimo a 1”890: se si guarda il risultato delle FP1, si potrebbe parlare di grande difficoltà per l’HRC, imbattibile fino a ieri, oggi in affanno. Ovviamente non è così, l’accoppiata Honda-Marquez era e rimane fortissima, ma è altrettanto certo che la situazione è molto differente rispetto al 2014, quando sembrava che Marc le potesse vincere tutte, o quasi. Per la verità, anche il 2015 pareva indirizzata verso un altro dominio del campione spagnolo, con in più – addirittura – la concreta possibilità di un ritorno ai vertici di Dani Pedrosa, mai così veloce come negli ultimi mesi invernali. Insomma, c’erano tutte le premesse per un altro anno di grandi soddisfazioni.

OGGI TUTTO E’ DIFFERENTE

Ma è bastato un GP per ribaltare completamente la situazione con prospettive impensabili per il colosso giapponese: un errore alla prima curva di Losail, ha costretto Marquez a una rincorsa dall’ultima posizione, conclusa con un poco eccitante quinto posto, mentre la sindrome compartimentale al braccio destro ha imposto a Pedrosa a un’operazione dagli esiti ancora incerti. Come se non bastasse, ecco il contatto tra Marquez e Rossi in Argentina, con Marc a terra e costretto dopo soli tre GP a recuperare 30 punti a un pilota in grandissima forma come Valentino, poi la caduta di sabato scorso con la moto da dirt track e conseguente frattura del mignolo sinistro, operato con l’inserimento di una placca. Tutto questo mentre Pedrosa alzava nuovamente bandiera bianca, rinviando il suo rientro a Le Mans. Così, a Jerez, la HRC si presenta nuovamente con un solo pilota in grado di lottare per la vittoria, oltretutto non al meglio della condizione.
 


NESSUNA CERTEZZA SU PEDROSA

Ma se Marquez – con ogni probabilità – sarà comunque protagonista, i dubbi su Pedrosa aumentano invece di diminuire. Va detto che quella di Jerez è una delle piste più complicate per la sindrome compartimentale: tanti piloti, in passato, a cominciare da Casey Stoner, qui hanno sofferto parecchio e Dani, che in settimana aveva provato una supermotard sentendo ancora dolore, ha fatto bene a rinviare il ritorno. Ma i dubbi rimangono, nessuno sa – nemmeno in HRC – qual è il reale stato d’animo di Pedrosa, che in Qatar aveva prospettato, neppure troppo velatamente, la possibilità del ritiro definitivo. Ma in questo momento la HRC avrebbe più che mai bisogno di Dani, perché è evidente che non si può andare avanti con Aoyama, non più un pilota, ma un collaudatore. E nemmeno tra i più veloci.
 


STONER: IL SOGNO PROIBITO

E’ vero che Marquez in forma basta e avanza per essere protagonisti, è vero che Cal Crutchlow, terzo a Termas de Rio Hondo, è in crescita e sembra poter garantire buoni risultati, ma la Honda deve avere un altro pilota ufficiale di assoluto livello. Come lo è Pedrosa, anche a mezzo servizio. «Non posso correre per fare quinto» aveva detto dopo il GP del Qatar, ma anche così le sue prestazioni sarebbero comunque superiori a quelle di qualsiasi altro sostituto attualmente disponibile. A meno che non si faccia correre un certo Casey Stoner, che avrebbe voluto sostituire Dani in Texas e Argentina. Ma in HRC sono certi che Casey avrebbe disputato volentieri un paio di GP, ma che non ha nessuna intenzione di tornare a fare il pilota a tempo pieno. Se è effettivamente così, allora per la Honda si prospettano giorni difficili, succube, in qualche modo, della decisione di Pedrosa, che già in passato era riuscito a tenere in scacco la HRC, senza vincere nulla. Una situazione di non facile soluzione.