Enduro GP d’Italia Day 1. I primi titoli a Redondi (Honda) e Edmondson (KTM)

Piero Batini
  • di Piero Batini
Rientro potentissimo di Christophe Nambotin che, pur infortunato, vince E2 e EGP. Giacomo Redondi è Campione del Mondo EJ e continua nella serie a punteggio pieno. Jack Edmondson chiude anzitempo la Youth Cup per l’incidente a Nicolot. Gara “tosta”
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
17 luglio 2016

Fabriano, 16 Luglio. “Taste the Tost”, dicono in anglo-marchigiano gli appassionati, per invitare a gustare il Gran Premio d’Italia di Fabriano, Enduro allo stato dell’arte Made in Italy. C’è di tutto e di più, e non c’è da meravigliarsi se Alain Blanchard, il promoter dell’Enduro da 13 anni, ha deciso di far cadere proprio a Fabriano, come una pietra miliare, il 100° Gran Premio della sua fortunata serie. Torta con cento candeline per Alain, tre giri di cinquanta chilometri ciascuno, con dieci prove speciali, per festeggiare l’evento nell’Evento e, evento nell’Evento dell’Evento, due Titoli assegnati con tre giornate di anticipo sulla fine del Mondiale. Giacomo Reondi, infati, è Campione Mondiale Junior, 13 gare vinte su tredici e, non è finita, Jack Edmondson è il vincitore della Youth Cup.


Si comincia con un residuo di temporale, in una fredda, fa strano, mattina di sabato. Poi arriverà il sole, come da previsioni, e non c’è sole più caldo di quello atteso e sospirato. La gara è difficile, e il cambio meteo accentua le spigolosità dell’impegno. Il Super Test Brema è stato un piccolo assaggio, nel salotto cittadino della Città della carta, ma tutto quello che c’è dopo è di matrice più “tosta”. Del resto la posta in palio è per tutti importante. Ci sono uno barra due Titoli possibili già dal primo giorno di gara, un risultato in Patria è un dovere per gli italiani, e per tutti l’evento italiano suona come un’occasione un po’ speciale, di quelle che esigono il massimo impegno per la massima esposizione. Giusto, ecco, il Gran Premio Acerbis d’Italia è la vetrina ideale dell’Enduro, da sempre, Francia o non Francia, e Fabriano l’ha allestito con grande cura e creatività.


Vedi Chrstophe Nambotin, per esempio. In settimana andrà a farsi operare nuovamente ai legamenti del ginocchio, “offesi” per la seconda volta in questa stagione. Poi starà fermo per sei mesi. La sua stagione finisce in Italia, dunque, e dall’Italia il tre volte, formidabile Campione del Mondo, vuole mandare una cartolina di saluti che la gente e gli avversari ricordino per lungo tempo. “Nambot” ha vinto il Super Test Brema, e questo ha già fatto rizzare le orecchie, ma poi vincerà anche la prima giornata di gara in entrambe le classi di sua pertinenza, la E2 di appartenenza e la Enduro GP che vuol dire essere i migliore di tutti, in assoluto. Nambotin conquista il sabato di Fabriano di elegante potenza, una dote caratteristica e imbattibile del Campione, di fronte alla quale è difficile controbattere.

Ma il risultato prende forma pian piano, progressivamente, offrendo al pubblico i dettagli appassionati di un lungo duello con l’attuale Re dell’Enduro, Matthew Phillips, che commetterà un errore e sarà battuto al termine della penultima Speciale del giorno. Come in Spagna, tuttavia, l’australiano e pupillo di Azzalin, che ci ha scommesso insieme a Sherco, trae il massimo vantaggio anche da questa situazione, segno che è un nuovo anno buono per il Diavolo della Tasmania. Sia nella E2 che nella EGP, infatti, solo Nambotin, la cui stagione è segnata, ha fatto meglio di lui, e tra i suoi avversari più diretti, Remes, comunque vincitore della E1, è stato battuto proprio da Steve Holcombe, tornato vincitore della E3, e da Matthias Bellino che, seppure non più micidiale come all’inizio di stagione, è tornato ad essere un osso duro. Diciamo che per gli avversari le chance di un successo sono oltremodo assottigliate, soprattutto con un Phillips così redditizio.


Cadute & cadute, Salvini, Aubert, Watson, “graziato” dalle penalità raccolte nel finale dai bravi Cervantes e Moroni, Robert e tanti altri, e si arriva al sodo.


Sì, ci abbiamo girato intorno da diversi Gran Premi, ma finalmente il sogno dei Red si è avverato, Giacomo Redondi è Campione del Mondo Junior, dopo ben tre secondi posti, e il Team Honda RedMoto, che ha benedetto e sostenuto l’operazione, è Campione del Mondo con il Pilota.


Il successo arriva dopo tredici vittorie di giornate, e ha contorni talmente netti da cancellare con un solo colpo di spugna le incertezze che hanno gravato, di volta i volta, sulla pur brillante del ventitreenne bergamasco di… Lovere. “Red” ha mandato in scena il migliore repertorio che ci si potesse aspettare dalla sua voglia di vincere, più un corredo di doti, come la maturità agonistica e una grandissima capacità di controllo del suo talento, che definiscono oggi i contorni di un campione completo e, bontà sua, con un grande futuro ancora davanti a sé. Ne riparliamo.


Insieme all’assegnazione del Titolo di Redondi, tutto sommato programmata, è arrivata, invece a sorpresa, quella della Youth Cup a Jack Edmondson, straordinario figlio d’arte che, seguito passo passo da papà Paul, è a buon diritto Campione del Mondo Youth. Il Titolo del giovane Edmondson 19 anni, è arrivato anzitempo a causa dell’infortunio dell’unico avversario in grado di impensierire l’inglese, Jean-Baptiste Nicolot rimasto vittima di un infortunio al pari di Nicolò Moro, successivamente trasportato in elicottero all’ospedale per i controlli.


Titoli a parte, una speciale menzione meritano Oscar Balletti, che rientrava dopo l’infortunio a tibia e perone dell’inverno scorso ed ha ottenuto un eccellentissimo secondo posto nella E1, Sandro Battig, che segue a ruota Balletti, Oldrati, anche lui al rientro e buon quarto della E3 alle spalle, oltre che di Holcombe, anche dell’eccellente Monni e del sempreverde Aubert.


Ma non è finita, manca ancora la seconda giornata. Da Fabriano, per il momento, è tutto.

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