Dovizioso: "Una gara pazzesca"

Dovizioso: "Una gara pazzesca"
Giovanni Zamagni
Dopo essere partito dalla pole position, Andrea è stato costantemente davanti, o in prima o in seconda posizione. La vittoria è sfuggita per un decimo, ma il Dovi esulta: "Possiamo essere competitivi ovunque"
30 marzo 2015

LOSAIL – Chissà cosa passa dentro la testa di Andrea Dovizioso: sarà davvero contento? «Sì, da uno a dieci diciamo che lo sono nove». Inevitabile che ci sia un po’ di rammarico, perché quando lotti alla pari contro uno dei più grandi piloti della storia, in sella a una moto che non aveva mai fatto prima una gara, quando perdi per appena 0”174, un po’ di amaro in bocca ti rimane. Ma in questo caso la soddisfazione deve essere superiore alla delusione per una vittoria sperata, inseguita e sfuggita per pochissimo.
 

«E’ stata una gara pazzesca, combattuta con una moto che ha debuttato qui in gara: è un grande risultato. E’ molto bello essere tornato a lottare per la vittoria, è quello che vuole fare un pilota. E’ stata una lotta eccitante con Valentino, con sorpassi aggressivi ma corretti, come piace a me».


Cosa ti è mancato per vincere?

«Nell’ultimo giro sono stato velocissimo, tanto che ho fatto il mio miglior crono (1’55”495, NDA), ma non è stato sufficiente: è vero che la mia Ducati era velocissima in rettilineo, ma perdevamo in altri punti, in curva e in accelerazione».


Raccontaci un po’ la gara.

«All’inizio, non ho spinto al 100%, perché essendo la prima gara della GP15, non sapevo cosa aspettarmi, non potevo conoscere come si sarebbe consumata la gomma alla distanza. Poi, dopo una decina di giri, non potevo forzare più di tanto in curva, in uscita avevo meno accelerazione delle Yamaha e quando mi ha passato Rossi mi sono reso conto che sarebbe stato difficile batterlo. Avevo solo una possibilità: passarlo alla prima curva, ma non ci sono riuscito».
 


Hai qualcosa da rimproverarti?

«No, ancora una volta credo di aver fatto la giusta strategia. Ovviamente sono un po’ rammaricato, perché quando vedi la possibilità di vincere ci fai la bocca, ma avrei firmato per questo risultato prima del via».


La GP15 è proprio un’altra moto rispetto alla GP14.3?

«Sì, adesso finalmente si può guidare in modo più “normale”, preservando gomme ed energie. Puoi fare delle linee più simili a quelle degli altri con la prospettiva di avere margine di miglioramento, perché non dimentichiamolo, non conosciamo ancora bene questa moto, abbiamo bisogno di più chilometri per modificare la messa a punto e migliorare in alcune aree, come per esempio in frenata».


Si può essere competitivi anche in altri circuiti?

«Sì, la base è sicuramente buona. Austin è un tracciato adatto alla Honda e a Marquez, ma credo che la GP15 possa essere competitiva in ogni circuito: non vedo l'ora di andare negli Stati Uniti per avere la conferma del nostro potenziale».