DopoGP con Nico e Zam. Il GP di Catalunya 2017

Tattica, velocità, ottima Ducati, e Dovizioso si ripete vincendo anche al Montmelò. Gara atipica, la Honda si difende, naufragano la Yamaha e la Suzuki, rompe l’Aprilia. Al centro delle discussioni ancora le gomme Michelin e la loro incostanza
13 giugno 2017

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Il grip del circuito Catalano non può essere crollato da un anno all’altro: l’ingegner Bernardelle sottolinea l’importanza del fattore gomme: Michelin non ha fatto lo step atteso, i pneumatici non sono ancora adeguati alle moderne MotoGP e a centrare il setting sono riusciti i team Ducati e Honda che avevano svolto qui i test a maggio. Yamaha, che ha una moto più recente e ai test non c’era, ha fallito. Ha ragione Vinales quando punta il dito sulle gomme, ma anche Rossi non ha torto: la M1 2017 è sbilanciata e, con il nuovo telaio testato dopo la gara, Yamaha sta provando a tornare su una configurazione ciclistica più vicina al 2016.


La settima prova dell’anno ha esaltato la lucidità del Dovi che ha risparmiato le gomme restando ostinatamente alle spalle di Pedrosa fino al finale; Lorenzo, che ha provato a scappare nei primi giri e conosce meno le reazioni della Desmosedici, è stato poco accorto. Peccato per l’Aprilia: Aleix Espargaro poteva puntare al quinto posto anche in gara, poi la rottura. Ma il V stretto di Noale può aprire una nuova frontiera in MotoGP. Per KTM, senza riferimenti, è dura progredire.


Ammirazione anche per Marc Marquez e per la sua freschezza, ma Zam ci riporta al clima avvelenato del paddock: la politica Michelin è vissuta male dalle squadre e chi resta indietro comincia a parlare di complotti. Ma perché così male Iannone? Qualcosa non va tra il pilota e la sua squadra? E cosa è accaduto a Morbidelli in Moto2 che sembra aver perso la bussola? Bravissimi Pasini e Fenati. Tra dodici giorni ad Assen, per verificare soprattutto se per Ducati si può parlare davvero di una svolta.


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