Aspettando DopoGP. Drudi: "Non potevo correre quindi ho iniziato con i caschi"

Giovanni Zamagni
Il celebre designer della MotoGP racconta i suoi inizi, e parla dei piloti con i quali ha collaborato, compresi, ovviamente, Rossi e Marquez
2 febbraio 2016

«Sono sempre stato molto appassionato di moto - spiega Aldo Drudi - e l'ho conosciuto nella discoteca di mio fratello che lo sponsorizzava. Per lui feci la prima scrittina da cucire sulla tuta bianca. Da lì è nato il mio rapporto con il mondo delle corse, e non potendo correre, decisi di trovare un modo diverso per rimanere nell'ambiente. E siccome ero bravo a disegnare, iniziai con i caschi. Prima per i piloti italiani, poi fui sdoganato da Kevin Schwantz, e con lui ho un rapporto di amicizia anche oggi».

 

Tra i piloti per cui lavori c'è anche Marc Márquez . Continuerai a seguirlo?

«Non lo farò più, ma la cosa non né legata a quello che è successo con Vale. E' una decisione presa prima, perché non sono riuscito a instaurare un rapporto con lui...».

 

Come nascono i caschi di Valentino?

«E' la condivisione di momenti tra amici sugli argomenti che sono importanti per lui, e che sono in relazione con eventi che stanno succedendo nella sua vita in un particolare momento. Si mangia qualcosa insieme, si sparano due putt...ate, e alla fine viene fuori l'idea».

 

Poi Drudi parla del Sic, e ricorda commosso un amico.